Cos’è il ritiro sociale?

Si parla di ritiro sociale in quei soggetti che tendono a ridurre sempre più le relazioni e nel tempo anche la frequentazione dei contesti sociali e scolastici, fino a prediligere la propria stanza piuttosto che la vita fuori. Spesso questi soggetti sostituiscono i rapporti reali con quelli virtuali, attraverso i giochi on line, i social network…

Il fenomeno oggi

Il fenomeno si è manifestato inizialmente in Giappone, indicato con il termine Hikikomori (dal giapponese: HIKU tirarsi indietro + KOMORU ritirarsi, isolarsi), dove ha assunto dimensioni quasi epidemiologiche; oggi rappresenta anche in Occidente uno disagio psicologico molto diffuso, legato alla crisi evolutiva adolescenziale. La situazione pandemica, il lock down, le difficoltà nelle relazioni, il ricorso sempre più spesso ai social network, ha portato ad un aumento dei casi di ritiro sociale nei giovani e negli adulti.

Quali i sentimenti principali coinvolti?

Il ritiro sociale è spesso accompagnato da vissuti di vergogna, impotenza e confusione. I soggetti tendono ad avere bassa autostima, essere ipercritici verso sé stessi, ad avere timore per il giudizio altrui.

Ciclo sonno-veglia

In diversi casi il ritmo sonno-veglia viene invertito, per cui i soggetti dormono di giorno e rimangono svegli la notte, giocando on line o per vivere la solitudine non fruibile durante il giorno, con i componenti della famiglia svegli.

Sintomi associati

Accanto all’isolamento sociale, si possono manifestare sintomi paralleli come:

  • Ritiro scolastico
  • Ansia
  • Sintomi psicosomatici
  • Manie persecutorie
  • Depressione
  • Nervosismo e rabbia
  • Stanchezza

Come viene trattato

Il trattamento deve prevedere un approccio multidimensionale che coinvolga la famiglia e il soggetto. Può essere utile un intervento domiciliare, che possa favorire l’avvicinamento al soggetto, riducendo l’ansia per l’uscita. Occorre anche effettuare, attraverso strumenti diagnostici appropriati, un’attenta valutazione del grado di dipendenza da Internet.